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Una ricerca sperimentale condotta su donatori volontari sani, studierà i markers per la diagnosi precoce dei tumori alle ovaie e alla prostata.
Leggere attraverso il sangue con un test, i segnali iniziali di un tumore. Ovvero, più precisamente, cercare d’individuare i biomarcatori del cancro alla prostata e all’ovaio, la cui mortalità è legata nella maggior parte dei casi alla diagnosi tardiva. In pratica, il progetto Avis dona salute intende studiare sul lungo periodo i biomarcatori tumorali su soggetti sani, con l’intento di trovare indizi capaci di rilevare con maggiore anticipo e precisione i segnali di una neoplasia fin dai suoi primi stadi, quando le possibilità di guarigione sono molto più elevate. Il progetto è stato presentato da Avis, che metterà a disposizione i volontari, insieme alla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), alla Società italiana di urologia oncologica (Siuro), alla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), all’Associazione dei ginecologi extra ospedalieri (Ageo), alla Fondazione Abo (Applicazione delle Biotecnologie in Oncologia) , alla Guardia di Finanza e all’Azienda Ulss 12 di Venezia.
IL PROGETTO - I lavori prenderanno il via tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 e dureranno cinque anni, quattro per la raccolta e l’analisi dei campioni di sangue e uno per l’elaborazione dei dati. Lo scopo, oltre a individuare markers tumorali efficaci, è quello di creare una biobanca (la prima in Italia, con sede a Venezia), nella quale saranno conservati e messi a disposizione della ricerca circa 1,2 milioni di campioni di sangue di 15mila donatori tra i 40 e i 60 anni. Tutti i prelievi e i risultati delle analisi resteranno ovviamente anonimi e i medici saranno avvisati solo nel caso in cui emergeranno anomalie allarmanti per il donatore. Alla base della ricerca c’è un nuovo parametro per la valutazione, quello dell’accelerazione, sulla base del quale si potranno elaborare nuovi test diagnostici validi a livello mondiale. «La ricerca si concentrerà sull’oscillazione dei biomarcatori (PSA negli uomini e CA125 e HE4 nelle donne) nel tempo - ha sottolineato Massimo Gion, direttore scientifico della Fondazione ABO - per mettere a punto test diagnostici in grado di individuare il tumore in una fase molto precoce». Il marker HE4, sottolineano i promotori, nonostante la sua specificità è ancora poco utilizzato, ma potrebbe garantire esattezza e maggiore anticipo. Quanto ai finanziamenti necessari a realizzare il progetto, secondo Massimo Codato, segretario generale ABO, saranno necessari 25 milioni di euro (15 da donazioni private e 10 da fondi pubblici, prevalentemente Regioni) e al momento la Fondazione ha accantonato 600mila euro devoluti da imprese private.
VISITE GRATIS - «Non è la prima volta che Avis aderisce a progetti di ricerca del genere. Questo, nello specifico, ha il merito di portare all’attenzione dei donatori e delle donatrici la prevenzione e il monitoraggio sulle neoplasie che colpiscono l’apparato riproduttivo maschile e femminile» ha detto Pasquale Spagnuolo, responsabile delle politiche sanitarie di Avis. Il programma, infatti, offrirà ai donatori anche la possibilità di avere gratuitamente consulti e visite urologiche e ginecologiche. Oggi, nel 70% dei casi si arriva alla diagnosi di tumore dell’ovaio quando è troppo tardi per intervenire, poiché si tratta di una patologia che raramente lancia segnali di preallarme. In Italia, ogni anno vengono colpite 5mila donne e 2.700 muoiono. Il carcinoma alla prostata, invece, è la più frequente neoplasia tra gli uomini, di cui annualmente si registrano 43mila casi e 9mila decessi.
Una ricerca sperimentale, condotta su donatori volontari sani, studierà i markers per la diagnosi precoce dei tumori alle ovaie e alla prostata.
Corriere della Sera - 13 Luglio 2010